L'accoglienza

OVVERO: LE CARATTERISTI CHE DI UN ANIMATORE DELL'ACCOGLIENZA

Prima di cominciare, devo premettere che lo schema generale delle cose che scriverò è tratto da un foglio di appunti presi da un discorso di Francesco Da Re durante il campo animatori B a Bardolino, nel Giugno 1998.

L'animatore che fa accoglienza deve avere determinate caratteristiche:

1) La preparazione

2) Un entusiasmo contagioso

3) Una grande attenzione verso le persone e le situazioni

4) La capacità di non scoraggiarsi

 

Direi di lasciare stare il quarto punto, liquindadolo semplicemente dicendo che capita a tutti il giorno in cui le cose non riescono, non si riesce nemmeno ad esprimersi come si vorrebbe e allora le persone non prestano attenzione a quello che si sta facendo. Certo, questo lascia una particolare amarezza perché si sente di non essere riusciti nel proprio intento, ma è normale, e un buon animatore, dopo un esame di quello che è accaduto e degli errori commessi, riparte con più energia di prima.

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Cominciamo allora con il primo punto: la preparazione.

E' d'obbligo che ogni giorno si deve cominciare il Grest sapendo già bene cosa fare: gli anni scorsi abbiamo sempre avuto una scaletta (pure Flavia ne aveva una...il che è tutto dire...). E' naturale che poi si può improvvisare in determinate circostanze, ma di questo parliamo dopo. Prepararsi dunque, ma come? Be', logicamente considerando tutto quello che può servire per la buona riuscita di ogni giorno, e cioè:

L'inizio. Quando i bambini entrano sarebbe bene ci fosse una musica di sottofondo che inconsciamente li predispone già a quello che verrà poi: non è una stupidaggine, infatti se tu metti una musica molto ritmata loro già da subito sono più vivaci e viceversa. Poi quando entrano ci deve sempre essere qualcuno sul palco e sotto il palco, questo per motivi evidenti di ordine...se c'è già qualcuno ad accoglierli e a disporli la cosa va più veloce. Be', inutile dire che nessuno deve salire sul palco, né animato né animatore, che non abbia a che fare con l'accoglienza, come d'altro canto durante l'accoglienza nessuno deve oziare in sala animatori. Parleremo anche di questo dopo.

Lo svolgimento Nella scaletta è bene che non ci siamo mai degli spazi vuoti e che i bans e le altre cose siano ben programmati prevedendo le reazioni varie. Qui si ricade nel discorso dei bans da seduti o quelli in cui ci si deve alzare, di quelli vivaci e di quelli più tranquilli: è bene fare le cose gradualmente, così il tutto diventa più armonioso. Secondo me non è essenziale che ci sia sempre il coinvolgimento totale dei bambini, perciò qualche volta è bene ci siano i famosi "ospiti" che fanno divertire. L'ideale sarebbe che 'sti ospiti coinvolgano quelli più distratti...o quelli che si annoiano, magari non apostrofandoli direttamente...ma comunque 'ste idee vanno promosse, ed è necessario che chiunque abbia in mente qualcosa si faccia avanti senza paura. Qualsiasi cosa.


La fine E' importante non rimanere mai senza niente da fare alla fine. Prepararsi sempre 2 bans in più piuttosto che 2 in meno, e tenere sempre un'agenda sulle cose fatte in modo da agevolare la programmazione e non ripetere sempre le stesse cose.

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Secondo punto: un entusiasmo contagioso.

Logicamente gli animatori dell'accoglienza si devono divertire, altrimenti è inutile che stiano sul palco. Se non si divertono, e lo dimostrano, fanno molti più danni di qualsiasi bambino che non ha voglia di fare, quindi devono essere sempre allegri, pronti, scattanti e dinamici perché se l'entusiasmo è alto è contagioso.

Da sotto poi gli animatori hanno importanza forse maggiore di quelli del palco, perché se gli animatori giù coinvolgono i bambini la cosa viene più facile a quelli sul palco. Il discorso è un po' quello di prima...quindi quest'anno gli animatori devono fare i bans e partecipare. Ormai sono anni che lo ripetiamo e la cosa deve essere un punto fisso.

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Terzo punto: attenzione alle persone e alle situazioni.

Capita di non azzeccare la scaletta giusta per una giornata, di sbagliare qualcosa, che qualcosa non vada come deve andare...questo è ammissibile...magari piove, è una brutta giornata, ho litigato con qualcuno...ecc...però la cosa essenziale è di saper cambiare le cose in corsa, quando serve: se si vede che la scaletta non è adatta o che ci starebbe a pennello qualcosina non prevista la si fa senza problemi. Questo se volessimo si potrebbe rifare al discorso che facevo prima riguardo al fatto di non scoraggiarsi. Flavia era maestra in questo: faceva di quelle figure da bestia, ma nello stesso tempo faceva divertire, perché era spontanea. Forse sono queste, quelle spontanee, le cose che riescono meglio. Logicamente se è una cosa sola la si può fare tranquillamente, ma poi è bene cercare di ritornare al programma iniziale per non perdere il filo e rischiare di ritrovarsi alla fine dell'accoglienza senza aver concluso qualcosa. Se ad esempio si hanno in programma 3 bans consecutivi e si vede che i bambini già dopo il primo so' stufi, si cambia, si fa qualcosa di diverso, un gioco o qualcosa del genere, una canzone, non so, si prende la chitarra e si canta tutti, o si fa una gara tra squadre...qualcosa del genere...

E' bene che ogni tanto quello che ha il microfono si fermi e resti senza parlare per qualche secondo, e questo serve quando ad esempio si è appena fatto un bans, e si vuole che il "pubblico" si stabilizzi: dando tempo in determinati momenti si ha un effetto positivo. Naturalmente non si deve darlo sempre, 'sto tempo, perché altrimenti succedono confusioni, e poi quando dà tempo, l'animatore col microfono deve stare sempre pronto a ripartire, sempre attentissimo, perché se non lo è rischia di trasformare un momento di "decompressione" in un momento di "anarchia confusionaria" (questo termine lo dedico a Martina, visto che le piace tanto).

L'animatore che conduce l'accoglienza deve stare bene attento a non deludere il "pubblico", che lo segue ed ha stima di lui perché si aspetta determinate cose, che se vengono trascurate o fatte male possono portare a una delusione che si concretizza nel solito casino...deve stare bene attento a cogliere la disponibilità del pubblico perché in fondo chi si deve divertire sono loro, e il fine giustifica i mezzi: se un bans è molto divertente lo si può fare più spesso di altri...

L'animatore dovrebbe imparare a cambiare il tono di voce (come gli attori) per dare risalto a certe cose, o cabiare registro, o a scandire le parole per dare maggiore risalto...tutte cose molto molto utili a cui magari non si fa caso...




Ho finito. Mancherebbe a questo punto la parte pratica, cioè quella riguardante i bans e i canti vari, ma di questo si deve occupare chi ne sa cero più di me, e quindi intanto lancio l'invito a Martina, non si sa mai che prima del Grest magari non ci scappi una paginetta per i bans...

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Fabio Z.